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IL
CALCIO IN BOCCA
Tutto quello che dovete
sapere sul gioco più
bello del mondo
ma che nessuno ha mai
osato dirvi prima
di
Trapezio
Prepuzio
Introduzione
Il
calcio è bello. È bello, certo che è bello, ma perché? Perché le masse si
fanno ipnotizzare da questo sport? Con questo bel pacco di libro -una
raccolta di saggi, scritti, articoli, test e amenità varie- cercherò di
dare delle risposte alle domande che fin'ora nessuno aveva mai osato porre.
Chi è un tifoso? Come si dirige una squadra di calcio? Potrei essere un buon
dirigente di federazione calcistica? Come si porta avanti il settore
marketing di una squadra di calcio? Perché alcune tifoserie sono gemellate
ed altre si odiano a morte? Vorrei diventare bagarino, ne avrò la stoffa? A
che ora si cena? Chi m'ha fregato la bici? Ma questo Prepuzio, non ha niente
altro da fare nella vita che scrivere queste scempiaggini? E tante altre.
Finalmente l'opera che apre uno spiraglio sociologico su uno dei misteri
dell'universo.
Inizierò esaminando la sfuggente figura del vero tifoso di calcio. Potrete
scoprire, grazie all'aiuto dell' F.M.V.T.C., se siete dei veri tifosi di
calcio. Passerò poi a vagliare a fondo l'irrisolta questione dei gemellaggi
fra tifoserie ed i misteri li circondano. Vi tufferete, grazie alla mia
guida attenta e sociologicamente inoppugnabile, nell'oceano del marketing
calcistico; questa palude misteriosa che ci fa acquistare oggettini inutili
a prezzi esorbitanti basta che abbiano impresso il simbolo della nostra
squadra del cuore. Farete conoscenza con l'indice contestativo, destinato a
rivoluzionare la vita del tifoso. Un nuovissimo ed innovativo strumento
matematico che aiuterà i veri tifosi, di frequente incerti, a capire quando
è il momento adatto per tirar fuori mazze, bottiglie spezzate e pomodori
marci ed iniziare la contestazione a giocatori, tecnico e dirigenza. Spesso, in assenza metodi di misura oggettivi, i tifosi impazienti e
scalpitanti hanno la tendenza ad iniziare forme di contestazione feroce nei
momenti meno opportuni, ad esempio quando la squadra è prima con sette punti
di vantaggio sulla seconda.
Seguirà un’inchiesta degna del miglior giornalismo investigativo, la quale
mette a nudo i mastodontici interessi che annegano la vendita dei lupini
allo stadio. Dopo averla letta non riuscirete più ad inghiottire un lupino
senza che vi vada di traverso.
La parte centrale del libro è invece dedicata ai test psicologici. I test,
sociologicamente inconfutabili, prendono in esame le varie figure che
frullano nell'ambiente calcistico, rapportandole alla personalità del
lettore, con lo scopo di farci capire che razza di esseri umani vi ci
bazzichino e che razza di esseri umani siamo noi stessi.
Per
non perdere il ritmo farà seguito un’arguta sezione che prenderà in esame
il calcio come vorremmo che fosse. Renderò reale, con esempi concreti e
consigli accattivanti,
quell’idea astratta del mondo del pallone che tutti noi sognamo da secoli
ma che è ancora ben lungi dall’esser viva.
Seguiranno due favolette calcistiche dall'incerta morale e dalla prosa
spumeggiante con a ruota un’intervista a me stesso.
Infine, vista la mia situazione finanziaria non proprio brillante,
troverete alcuni oggettini che non possono
mancare al vero tifoso di caclio acquistabili a modici prezzi di raggiro.
Per mancanza di tempo, voglia, ma soprattutto di capacità analitiche e
sintetiche, sono costretto a palpeggiare solo di sfuggita argomenti
importantissimi per chi si occupa di calcio, come l'egittologia ed il
doping. Parlando di doping, voglio solo farvi partecipi della disavventura
dopinghistica capitata da piccino al mio amico Astolfio, ora egittologo di
scarsa fama. Ecco l'episodio narrato da lui medesimo: "… All'età di nove
anni decisi che era il momento di abbandonare la comoda posizione da
triclinio, spaparanzato sul divano davanti al televisore sintonizzato fisso
sui cartoni animati giapponesi, per dedicarmi ad una qualsivoglia attività
sportiva, non volendo sprecare il possente fisico che madre natura m'aveva
donato. Sapevo che la concorrenza per giungere ai vertici della prescelta
disciplina sarebbe stata dura e la via al successo trapunta d'ostacoli e
compromessi che mal si sarebbero sposati con la mia immacolata coscienza di
sempliciotto. In una esibizione d'ardore degna di Francesco Baracca decisi
che il calcio era l'arena in cui avrei dovuto cimentarmi. In un momento di
lucida follia feci il punto della situazione. Ero un destro naturale (la
gamba sinistra era ed è tutt'ora di legno, essendo da piccolo stato
vittima d'un assalto di pirahna scappati da un acquario condominiale mentre
con parenti ed affini facevo un pediluvio al lago di Romena), ero dotato di
un'elevazione negativa (quando provavo a saltare, in pratica, cadevo verso
il basso), ed il piede destro veniva definito dai miei amici, prezzolati per
dirmi cose carine, come "a banana" oppure "da scarpa ortopedica". Era palese
che avrei avuto bisogno di qualche "aiutino collaterale" naturale per
affrontare l'agguerrita concorrenza per un posto di panchinaro al provino
della Settignanese, previsto per il mese seguente. Il lunedì successivo alle
sette del mattino ero piazzato in coda davanti al laboratorio del professor
X, noto creatore di campioni. In fila insieme a me si trovavano Ali Baba,
giovane talento egiziano noto come il Furino di Assuan ed un giovane
dottore dal brillante futuro, il professor Agricolo. Mister X fu prodigo di
consigli. Ecco la sua ricetta per far di me un campione: mezzo chilo di
nandrolone nel caffellatte la mattina, una spolverata di GH sulla pasta al
posto del parmigiano a pranzo, e per cena un risotto all'eritropoietina. Poi
mi dette un bel pisellone sintetico con cannello e sacchetto per flebo. In
caso di chiamata a sorpresa per test antidoping avrei dovuto riempire il
sacchetto con della pippì d'annata di mia cugina e posizionarlo sotto
l'ascella. Tramite il pisellone sintetico avrei poi, facendo attenzione ad
emettere con realistica finzione i classici gemiti di godimento del
pisciatore in azione, versato nella provetta la pippì di mia cugina invece
della mia. Alle mie timide rimostranze di atleta coscienzioso ed integerrimo
mister X rispose: -Non ti preoccupare, non c'è nulla d'illegale. Uno è un
collirio per la congiuntivite che si assorbe solo se immerso nel caffellate.
Una è una pomata per l'herpes che si assorbe meglio se grattugiata sulla
pasta, e riguardo al risotto, chi mai può avere da ridire su un risotto? Per
il pene finto, non vorrai mica far la doccia e sfigurare in mezzo a tutti
quei superdotati ignudi? Vai tranquillo.-…"
Per concludere, lasciatemi dire che scrivere un libro sul calcio non è cosa
facile, anzi. In molti ci hanno provato ma nessuno con il mio successo.
Perfino il grande Pirandello ha sempre avuto questa irrealizzata aspirazione.
Ecco, a riprova della mia affermazione, un brano tratto dal diario segreto
della moglie, la signora Pirandella: "23 maggio 1934 (pochi anni prima della
morte del grande scrittore) “Caro diario, scrivere un libro sul calcio è da
sempre il sogno del cassetto di Gigino (così lei lo chiamava). Sa che un
libro su tale argomento è una potenziale miniera d’oro, nonché una fonte di
notorietà senza limiti. Non importa nemmeno avere qualcosa da dire. -Il
calcio vende- gli ripete l’editore di continuo. -Fai come quei furbastri che,
pur possedendo dei piedi a banana mostruosi e le capacità tattiche di un
bradipo stanco, si spacciano per esperti di calcio da una vita. Ad un certo
punto tirano fuori carta e calamaio e riempiono un centinaio di pagine di
minchiate (esso era siciliano, ricordiamocelo). Un successo assicurato.- Da
anni, la notte, Gigino s'aggira irrequieto per gli agrumeti siciliani
rimuginando sulla malasorte che l’ha fatto nascere appassionato di baseball
e non di calcio. Nelle sere di tempesta lo si può osservare pensieroso alla
finestra del suo studio, con in mano un bicchiere di rosolio ed una lacrima
che gli scorre sulla guancia, maledicendo il suo fato meschino e bubbolando
con la voce bassa e piena di astio sempre la solita tiritera: -Minchia,
decine di minchioni scrivono libri pieni di minchiate sul calcio. Perfino
quel minchione (in siciliano non esistono molti sinonimi al sostantivo
minchia) di Prepuzio ne scriverà uno. E tutti poi, coi soldi delle royalties
guadagnati con quelle minchiate, si comprano la macchina nuova e la seconda
casa al mare. E io, minchione come al solito, a scrivere le solite minchiate.
Minchia. Ora basta…”
Fortunatamente, al contrario di Pirandello, io ci sono riuscito e me ne
vanto.
Il mio è un libro talmente bello da far accapponare i capponi.
Buona lettura.
Note:
- Essendo l'autore tifoso della Fiorentina (con tutto quello che ne
consegue), alcuni testi saranno centrati dal punto di vista del tifoso
viola. Niente di male in tutto ciò. Anzi. Molto peggio nascer juventini.
- Da adesso in avanti ci riferiremo ai tifosi juventini
col loro nome naturale: gobbi.
- Durante la lettura troverete svariati riferimenti a
rincorse di addetti ai lavori da parte di tifosi inferociti a per il viale
dei Mille. Trattasi di bel viale alberato che dallo stadio di Firenze porta
a piazza delle Cure. La sua ampia carreggiata e' stata teatro in passato di
inseguimenti di calciatori ed allenatori da parte di tifosi scontenti delle
loro prestazioni. Ogni città
dovrebbe avere un luogo come questo.
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Materiale di altissimo
livello letterario e pertanto coperto da Copiraitte (c). Se qualche
lungimirante editore volesse mettere su carta cotanta opera, non ha che da
scrivermi a:
ilgrulloparlante@hotmail.com e se ne parla. |
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