IL CALCIO IN BOCCA

Tutto quello che dovete sapere sul gioco più bello del mondo

ma che nessuno ha mai osato dirvi prima

di

Trapezio Prepuzio

 

Capitolo I - Il tifoso di calcio

 

 

Il codice di comportamento del perfetto tifoso

 

La federazione Mondiale dei Veri Tifosi di Calcio (F.M.V.T.C.), al fine di evitare che la figura del tifoso possa essere usata per fini che non le competono e che personaggi di dubbia morale possano impossessarsi immeritatamente dell'appellativo di tifoso ed abusarne per scopi non compatibili con la naturale funzione dell'acceso sostenitore (leggasi tifoso) di squadra di calcio, ha deciso di rendere noto il codice deontologico del perfetto tifoso. Esso raccoglie le linee guida che ogni vero appassionato di calcio dovrebbe seguire affinché possa a pieno diritto fregiarsi dell'appellativo di vero tifoso di calcio:

- Dotarsi di soprannome di battaglia adeguato. Per esempio "Sfintere", "Il guercio", "Emorragia interna".

- Essere in grado di rimanere svegli fin verso le 1:30 del mattino e di saper brandire con destrezza mazze ferrate e bottiglie rotte nel caso vi sia da aspettare un allenatore o una mezz’ala sotto casa per discutere con lui dello scarso rendimento della squadra.

- Avere la dote di produrre striscioni offensivi d’ottimo livello (meglio se con rima baciata) in caso di gravi lutti o tragedie varie. Esempio: se un asteroide di alcune tonnellate cade sulla sala ove vengono conservati i trofei nella sede della Juve, allo stesso tempo alterando l’asse di rotazione della Terra e modificando irrimediabilmente il clima del pianeta, il vero tifoso deve essere in grado di produrre uno striscione del tipo "Grazie asteroide; giustizia è fatta. Sei caduto nella zona più adatta" (notare la rima baciata).

- Saper produrre un fischio potentissimo usando i mignoli ed utilizzarlo durante i minuti di raccoglimento e gl'inni nazionali.

- Possedere l’abilità di divelgere seggiolini al ritmo di tre al minuto.

- Possedere un’innata capacità balistica tale da essere in grado di centrare uno dei guardalinee alla nuca con un’arancia, o un terzino avversario con una biglia di ferro, anche in stadi con pista d’atletica.

- Riuscire a far passare un fumogeno alla perquisizione dell’ingresso posizionandolo fra le gambe e sostenendo di avere un’erezione oppure affermando che si tratta di un aerosol per l’asma.

- Essere in grado produrre un burrino (di quelli verdi, densi, di catarro stagionato) del peso di mezz’etto e di centrare con esso una persona in un occhio ad almeno 15 metri di distanza.

- Possedere l'innata tecnica di nascondere sotto l'impermeabile panettoni, salumi e riviste porno prelevate dagli autogrill sotto ed uscire senza pagare non facendosi beccare.

- Essere in grado di scrivere con bomboletta spray di colore appropriato sui muri senza errori di ortografia le seguenti frasi: "(nome della squadra che si desidera offendere) merda", "vi spaccheremo il culo", "forza (nome della squadra sostenuta)", "ebrei, negri, finocchi, (sostenitori della squadra che si desidera offendere), noglobal, celerini, comunisti teste di cazzo".

- Dopo avere, in venti, assalito e picchiato un bambino di sette anni perché portava al collo una sciarpa a strisce bianconere, dire con aria seria la frase: "Orgoglio ultras. Esiste un codice d’onore non scritto che noi veri tifosi rispettiamo".

- Varie ed eventuali.

Nella speranza che questo serva a chiarire alcuni punti controversi, gli addetti stampa dell' F.M.V.T.C., l’Impalatore, Tenaglia e Putrefazione avanzata (quest’ultimo non appena ottiene la libertà condizionata), sono pronti a venire a casa vostra per rispondere ad eventuali domande e dirimere potenziali controversie.

 

 

Come si riconosce un gemellaggio perfetto fra 2 tifoserie

 

I gemellaggi fra tifoserie sono un fenomeno che la scienza mondiale sta oramai provando a spiegarsi da millenni. Senza successo. Il sociologo Trapezio Prepuzio è però riuscito ad accendere una candela risecchita nell’immenso buio sociologico che ricopre la questione. Decenni passati comodamente spaparanzato nella sua poltrona in salotto, armato di blocco notes e penna stilografica (i cosiddetti “studi sul campo”) lo hanno portato a redigere questo decalogo del perfetto gemellaggio. Finalmente i tifosi che hanno in programma di accomunare le loro sorti tifistiche con quelli di un’altra squadra possono prevedere in anticipo se le basi esistono o meno. Nel caso che almeno 7-8 dei seguenti 10 punti si riscontrino in ambedue le città da parte di entrambe le tifoserie, ci sono buonissime probabilità che il gemellaggio sia ferreo. Ma bando alle chiacchere e via alle danze.

Come riconoscere un buon gemellaggio

Teorema: affinché esista la possibilità di un gemellaggio serio e duraturo, occorre che almeno 8 o 9 delle seguenti condizioni si verifichino in ambedue le città da parte di entrambe le tifoserie.

1. La città ha abitazioni, attività commerciali, strade, piazze e persone che ci abitano.

2. La città ha, ha avuto o avrà almeno una squadra di calcio in qualsivoglia serie.

3. Allo stadio si cantano cori di incitamento alla squadra del cuore e di sberleffo a quella avversaria.

4. La capienza dello stadio è compresa fra 12 e 300.000 spettatori.

5. La squadra ha almeno un tifoso.

6. Quando la squadra del cuore segna un gol i tifosi esultano, saltano dalla gioia e si abbracciano festanti.

7. Se la squadra vince i tifosi sono contenti. Se perde sono dispiaciuti.

8. Se il presidente compra una ciliegina e poi si presenta candidato alle elezioni, viene eletto alla grande qualunque sia la carica per la quale concorre.

9. I nodi dei cappi a cui vengono appesi i manichini rappresentanti giocatori di colore o ebrei sono fatti con la stessa tecnica.

10. Se la squadra va male l’allenatore viene aspettato sotto casa sua da un manipolo di tifosi brandenti mazze ferrate e cric per una “discussione amichevole” a notte inoltrata.

 

 

Il marketing calcistico

 

Ovvero: come sfruttare la strullaggine di tifosi malati di mente disposti a pagare una sassata per prodotti inutili solo perché hanno il simbolo della squadra del cuore.

Tutti noi siamo stati portati da piccini dal nostro babbo a Pisa, ed abbiamo acquistato una di quelle riproduzioni della torre pendente ricoperta di brillantini che teoricamente cambiano colore col variare del tempo. I barometri di Arlecchino. Poi, dopo aver rimesso piede in casa ci siamo immediatamente chiesti: "Ma che caspita l'ho comprata a fare?" E quando poi, da grandi, abbiamo a nostra volta portato i pargoletti in Piazza dei Miracoli, siam ricascati nell'errore ed abbiam riacquistato una torre pendente con brillantini metereologici formato XL (di quelle alte 90cm al garrese) a prezzo ventuplicato. Trattasi di caratteristica della psiche umana imprescindibile, definita dai sociologi della domenica e dai consulenti di merchandising (i produttori d'aria fritta) come "Sindrome dell'acquisto inutile impulsivo". Chi non acquista mai gingilli o ninnoli vari a prezzi da usuraio sol perché c'hanno stampato sopra un nome o un simboletto attraente non è umano.

Vi sono due categorie di oggetti che si prestano a portare i marchi di società calcistiche e/o sportive in genere. Gli oggetti positivi e quelli negativi. Gli oggetti postivi sono quelli che emanano sensazioni positive e se dotati di marchio esprimono la passione dell'acquisitore di tale oggetto verso il marchio ivi rappresentato. Gli oggetti negativi sono quelli che hanno l'effetto opposto. Esempi di oggetti postivi sono i preservativi, i falli di magnetite, le bamboline gonfiabili. Esempi di oggetti negativi sono le cozze al colera, i lassativi, le sedie elettriche per le esecuzioni capitali. Alcuni oggetti, a dire il vero, appartengono ad una categoria ibrida, di confine. In quel caso l'effetto positivo o negativo dipende dallo stato psico-fisico del soggetto che utilizza l'oggetto. La carta igienica è un esempio di questa categoria ibrida. La visione di un bel rotolo di carta a sette veli bianco e soffice, comodamente posizionato a distanza regolamentare dalla tazza del cesso in un bel bagno ampio e pulito, dotato di materiale di lettura in quantità sufficiente e di alto contenuto culturale emana, in caso di attacco di diarrea estemporanea, ovvie vibrazioni positive. Al contrario, una carta igienica composta da fogli di carta vetrata a grana grossa, posizionati a distanza superiore alla lunghezza del braccio in un cesso alla turca sudicio e puzzolente avrà ovviamente effetto negativo. Per questo motivo il consiglio che do all'ufficio marketing della squadra di calcio è: occhio ragazzi. Detto questo non mi resta che fornire una lista di oggetti che non si prestano all'apposizione del marchio di qualsivoglia squadra calcistica, sperare che gli addetti ai lavori leggano i miei consigli ed estasiati dalla brillantezza delle osservazioni m'assumano con stipendio faraonico alla sezione marketing. La lista potrebbe essere molto più lunga, ma nel caso d'assunzione ci penso io ad evitare che facciano degli errori troppo vistosi.

Oggetti che non si prestano a portare il marchio di squadra di calcio:

- Paletta per raccogliere la cacca del cane

- Damigiana di olio di ricino

- Sciampo speciale per pidocchi

- Maglia di squadra avversaria numero 10

- Depliant di allevamento di piattole

- Pacchetto di funghi secchi velenosissimi

- Confezione di tiramisù andato a male contenete il bacillo del botulismo

- Gigantografia di Hitler a Dachau che balla la samba con un travestito brasiliano

- Sacchetto di bachi da sego per esca

- Bolla papale di scomunica per chi pratica il sesso prematrimoniale

- Perettona da 2 litri per clistere

- Bidone mezzo aperto contenente scorie radioattive e rifiuti tossici vari

- Cuneo per impalatura eretici

- Attrezzatura per l'elettroschock

 

 

L'indice contestativo

 

Contestare la squadra fa parte del dovere morale e sociale di ogni tifoso che si rispetti. Dopo due o tre sconfitte consecutive il vero tifoso ha l'obbligo di presentarsi agli allenamenti con pomodori marci e caramelle per la gola al fine di poter contestare a palla giocatori, allenatore e dirigenti, sia tramite il mezzo vocale (cori il più possibile offensivi) che il lancio di oggetti vari. Spesso, sfortunatamente, il tifoso non sa riconoscere il momento per iniziare la contestazione e non è in grado di dosare con precisione l'intensità della medesima. Rincorrere i giocatori fino a casa brandendo mazze e offendendo le loro famiglie o semplicemente preprare striscioni ad alta densità offensiva?  Al fine di mettere fine a tali fraintendimenti ed aiutare i tifosi ad utilizzare le energie contestative nei modi e tempi approrpiati, ho messo a punto l'Indice Contestativo (Ic). Questo indice fornisce un valore numerico inappellabile ed universalmente valido del valore della prestazione generale della squadra, ed attraverso una tabella di conversione appositamente studiata indica quali sono i modi ed i tempi più appropriati per una eventuale contestazione. L'avvento di tale indice, atteso da decenni, rende molto più semplice il lavoro del vero tifoso, liberandolo dalla pressione decisoria e potendo in tal modo utilizzare energie mal indirizzate verso altre mansioni (esempio: bastonare i tifosi avversari o scrivere cazzate come questa).

Alla fine dell'esposizione teorica seguirà un esempio pratico esplicativo per i più tonti.

Per calcolare l'Indice Contestativo (Ic), occorre essere in possesso dei seguenti valori:

PP - Posizione prevista ad inizio campionato della squadra espressa come rapporto fra la posizione di classifica attesa ed il numero di squadre partecipanti al campionato (tale valore si basa sulle aspettative dei tifosi e le dichiarazioni di allenatori, giocatori e dirigenti. Esempio Se la Fiorentina si aspetta di vincere il campionato, il PP=1/18, per un campionato a 18 squadre).

PC - Posizione di classifica attuale espressa anch'essa come rapporto fra la posizione attuale ed il numero delle squadre partecipanti al campionato (esempio: se la Fiorentina, dopo 8 giornate e 6a, allora PC=6/18).

G - Giornate di campionato giocate espressa come rapporto fra le giornate di campionato giocate ed il numero di giornate totali (esempio: se si è appena giocata la terza di ritorno G=20/34).

RNC - Risultati negativi consecutivi, vale a dire numero di partite consecutive senza vittorie (esempio, se nelle ultime 5 partite la Fiorentina ha ottenuto 3 sconfitte e 2 pareggi, RNC=5)

RPC - Risultati positivi consecutivi, vale a dire numero di partite consecutive senza sconfitte (se nelle ultime 6 giornate la Fiorentina ha ottenuto 4 vittorie e 2 pareggi RPC=6)

Ovviamente RNC ed RPC si escludono a vicenda, in quanto o una squadra è in serie positiva o in serie negativa.

La formula per calcolare Ic è:

Ic=((PP/PC)x(1/G))/RNC oppure Ic=((PP/PC)x(1/G))/(1/RPC) a seconda che la striscia sia negativa o positiva.

I valori di Ic possibili vanno da 0 a infinito.

Ecco la tabella di conversione del vero tifoso

a. Ic compreso fra 10 e infinito:

Monumento in bronzo all'allenatore, elezione a senatore del presidente e passera a iosa per i giocatori.

b. Ic compreso fra 2 e 10:

Monumento in cartapesta all'allenatore, cori inneggianti al presidente ed idolatrizzazione dei giocatori.

c. Ic compreso fra 1 e 2

Va bene cosi', ma occhio a non mollare. Tifo regolare.

d. Ic compreso fra 1/2 e 1

Offese personali e tecniche all'allenatore ed alle sue capacità tattiche, richieste di frugarsi il taschino emesse a gran voce verso il presidente e controllo morboso ed attentissimo della vita notturna dei calciatori (è ammessa la creazione di nomignoli offensivissimi da urlarsi ad ogni pié sospinto).

e. Ic compreso fra 0 e 1/2

Impalatura pubblica dell'allenatore, incendio doloso della villa del presidente e rincorse per Viale dei Mille dei giocatori.

Esempio pratico:

Poniamo che la Fiorentina, a detta di tecnici, calciatori, tifosi, giornalisti e trippai parta per vincere il campionato, ma dopo 14 giornate sia solo 6a ed abbia una breve striscia positiva di solo 2 partite. I valori saranno i seguenti: PP=1/18, PC=6/18, G=14/34 e RPC=2. Applicando la nota formula se ne ricava che Ic=0,809. Si applica pertanto una contestazione di tipo d, vale a dire: offese personali e tecniche all'allenatore ed alle sue capacità tattiche, richieste di frugarsi il taschino emesse a gran voce verso il presidente e controllo morboso ed attentissimo della vita notturna dei calciatori (è ammessa la creazione di nomignoli offensivissimi da urlarsi ad ogni pié sospinto).

Semplice, efficiente e geniale.

 

 

I lupini di famiglia. Un’inchiesta che vi lascerà senza fiato.

 

Il calcio è un businness, o come oramai dicono in Inghilterra, football is affari. Nella mia veste di sociologo investigatore ho portato alla luce il poderoso conflitto d’interessi che ruota intorno alla famigerata LEA, una società gestita da rampolli di potenti famiglie che getta molte ombre sulla gestione di ciò che ruota intorno al calcio in Italia. LEA (acronimo che sta per Lupini E Affini) è un nome pressoché sconosciuto al grande pubblico. Quando, comodamente seduti sulle gradinate della Curva Fiesole o della tribuna Montemario, ingannate l’attesa del fischio d’inizio ingozzandovi una buona manciata di lupini appena acquistati a prezzi da strozzinaggio, non sapete che in realtà state sgranocchiando un conflitto d’interessi di proporzioni omeriche. In tutti gli stadi italiani (tutti, dalla terza categoria al Meazza) la vendita dei lupini è affidata ad una serie di società che fanno capo alla LEA. Dietro alla LEA si cela una banca d’affari Colombiana posseduta da una fiduciaria di proprietà di Gigetto Rossi, triscugino di un ex presidente del circolo dello scopone scientifico di Poggibonsi (SI). La LEA, basta una telefonata alla Confargricoltori per accertarsene, acquista il 86% della produzione nostrana di lupini. Ma non lo fa direttamente, bensì attraverso una fiduciaria off-shore, la Lupinin, di proprietà di Gina Gennargentu, figlia di un vicino di casa di Berlusconi e Santino Putrefatto, figlio dell’ex proprietario del bar ove ogni mattina va a prendere il cappuccini il presidente della FIGC. La Lupinin gira poi i lupini ad un prezzo ribassato alla Bollitura Lupina, che provvede a bollirli ed impacchettarli. La composizione del consiglio d’amministrazione della Bollitura Lupina è tale da far rizzare i capelli ad un calvo ed è grasso che cola per gli amanti dei complotti. Vi troviamo Santuzza Massimino, iscritta alla loggia P2 e amica fraterna del gran maestro Licio Gelli, e Risiko Preziosi, omonimo di uno che si chiama come lui. La bollitura Lupina rivende poi i lupini bolliti ed impacchettati a dovere alla Lupinin, la quale a sua volta li rivende alla LEA a prezzo quintuplicato. In questo modo si crea una plusvalenza nei libri contabili della LEA, facendone di conseguenza salire il prezzo delle azioni, ed una  minusvalenza in quelli della Lupinin che può così risultare in perdita, ottenendo notevoli sgravi fiscali ed avvalersi di ingenti contributi pubblici. Dopo una lunga serie di ricerche siamo arrivati a scoprire la vera composizione del consiglio d’amministrazione della LEA. Gigetto Rossi non è altro che una copertura. Il 30% del pacchetto della LEA appartiene a Gunther VI, figlio del cane presidente del Pisa, un altro 30% è diviso fra le figlie dell'Imperatore dell'Universo ed il Papa. Il restante 40% risulta di proprietà della Finanziaria Lucente, la quale fa capo alla donna delle pulizie che spolvera le scrivanie della Lega Calcio. Voci raccolte nei corridoi e lette sui muri dei cessi degli uomini (in quelli delle donne non m’hanno fatto entrare) della SIAE, la società pubblica che si occupa della gestione delle concessioni di vendita dei lupini e affini negli stadi italiani, parlano di tre tonnellate di lupini marci e puzzolenti gettati da ignoti la notte prima della data per l’assegnazione del contratto ventennale di concessione della vendita lupinaria negli stadi italiani nel bagno al pianterreno della casa del direttore generale della  stessa SIAE, personaggio notoriamente incorruttibile, dai costumi morigerati ed in odor di santità. Forse sono solo voci, ma ho visto personalmente una buccia marcia di lupino nel risvolto dei pantaloni del designatore arbitrale quando sono andato a casa sua per intervistarlo.

La prossima volta che prima, durante o dopo la partita vi metterete in bocca un lupino, in una pausa fra il lancio d’un sanpietrino al terzino avversario che si sta scaldando e la divelzione d’un seggiolino, sappiate che quello che state masticando non è un semplice lupino, ma uno dei tanti tasselli nell’intricato conflitto d’intererssi che ruota intorno al calcio italiano.

 

 

Adesso che siete dei tifosi migliori ed informati, avete tutte lle basi sociologiche necessarie per poter  passare ai test.

 

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