IL CALCIO IN BOCCA Tutto quello che dovete sapere sul gioco più bello del mondo ma che nessuno ha mai osato dirvi prima di Trapezio Prepuzio
Capitolo III - Il calcio che vorremmo
Questa importatissima sezione del libro, come si deduce facilmente dal titolo, ha lo scopo di mostrare con esempi pratici e modelli comportamentali chiarificatori come dovrebbe funzionare ilmondo del calcio in un mondo ideale. Non sto parlando, badate bene, di questioni burocratiche, semantiche od organizzative. Vanno benissimo i campionati a 16, 18, 24 o 35 squadre, non ho problemi con l’abuso di sostanze dopanti da parte degli atleti, le partite comprate e vendute a tavolino e gli scudetti assegnati d’ufficio son problemi che non mi sfiorano nemmancho da lontano, i guadagni spropositati, i buchi di bilancio e le giravolte contabili non mi riguardano; basta, come spiego più avanti, che il tutto sia fatto a modino. Mi riferisco invece al modo con cui un vero tifoso o un vero addetto ai lavori che si rispetti dovrebbe intendere la passione pallonara. I saggi che seguono non sono altro che idee e proposte per migliorare questo ambiente.
Breve guida di comportamento per un presidente che aspira ad un calcio pulito
Il calcio è sporco. Sporchissimo, secondo molti. Fortunatamente alcuni presidenti, dall'alto della loro irruenza etica, stanno tentando un'azione di pulizia. A seguire proporrò un teorema prepuzioidale sul modo in cui è possibile capire se una società di calcio è lanciata verso un'azione moralizzatrice di pulizia o meno. Teorema: i dirigenti di una società di calcio che sia vermante sulla strada verso un calcio pulito devono aver realizzato almeno 10-11 punti dei seguenti 13. 1. Pulirsi bene le scarpe prima di entrare in casa del presidente della FIGC a chiedere favoritismi. 2. Disinfettrasi bene dopo aver stretto la mano al presidente della FIGC per ingraziarlo dei favoritismi. 3. Lavare a modino col mocio il sangue versato in colluttazioni varie fra tifosi. 4. Avere una rosa di almeno 70-80 giocatori, di età media abbastanza elevata e sullo scarpone andante. Infatti non si sa mai, tra infortuni, tonsilliti e balli di San Vito è sempre meglio coprirsi le spalle, ma tutti sempre ben puliti e con la divisa stirata. 5. Cambiare almeno un allenatore l'anno, non per necessità, ma solo per motivi igenici e per non far sfigurare troppo le altre società che ancora non applicano il nuovo modo di far calcio. 6. Fare la raccolta differenziata dei rifiuti. Vale a dire raccogliere differenziatamente i rifiuti da parte degli arbitri di offerte di Rolex in cambio di rigori e falli laterali a favore. 7. Avere classe, ma tanta classe. E poi savoir-faire, ma tanto savoir-faire. 8. Lasciare i giochi sporchi a scagnozzi invisibili. 9. Guardare dall'alto in basso con aria schifata i presidenti vecchio stile. Per itendersi quelli burini con le ascelle puzzolenti che urlano nelle trasmissioni sportive, spendono un sacco di soldi per giocatori bidoni e comprano le partite. 10. Noi scaccolarsi mai in pubblico. 11. Lavare le casacche sporche dei calciatori (inclusi calzini e mutande) dopo ogni partita e/o allenamento. 12. Portare spesso l'elicottero all'autolavaggio. 13. Pulire bene il pallone dopo averlo fatto rotolare nel fango.
Decalogo per un neoaddetto ai lavori che decida di comprarsi una partita
Decalogo per chi intende politicizzare una curva
Essere politicizzati al massimo, abbracciando un'ideologia politica estrema è fondamentale per il vero tifoso. Vi sono casi in cui questo fenomeno non avviene naturalmente ma deve essere forzato da un'illuminata falange di lungimiranti figuri. Vi proponiamo un decalogo di comportamento nel caso proviate l'iiresistibile spinta verso la politicizzazione di una curva. - Dotarsi di ideologia che predichi l'odio contro qualche minoranza. - Assicurarsi che detta ideologia abbia in passato sterminato milioni di persone (van bene contadini, ebrei, poveracci, passanti, extracomunitari, omosessuali, handicappati, gente che la pensa diversamente). Se l'ideologia prescelta non ha ancora fatto stragi, provvedere a farne o attendere che ne faccia. - Aprire una sede nel quartiere ove è situato lo stadio. - Cominciare ad attirare l'attenzione dei veri tifosi pestando a sangue qualche senzatetto, omosessuale o extracomunitario, meglio se di fede calcistica avversa. Ad esempio, nel caso si voglia infiltrare la curva Fiesole, sarebbe opportuno che i fortunati extracomunitari o senzatetto selezionati per il pestaggio siano dei gobbi. Questo astutissimo atto farà ottenere i classici due piccioni (i nuovi adepti) con una fava (il pestante). - Istitutire corsi di tifo moderno. Esempio: corso su come riconoscere un giocatore di colore di squadra avversaria per veri tifosi daltonici. Corso di fischio a due dita, per aumentare i decibel dell'emissione fischiatoria del vero tifoso, da utilizzare una volta individuato il giocatore di colore avversario. Corso di balistica dinamica per affinare le capacità lanciatorie e rendere il vero tifoso capace di centrare un giocatore di colore avversario in testa con una biglia di ferro anche in movimento e così via. - Creare cori dal testo innovativo e la melodia orecchiabile del tipo: "Negro di merda la maiala di toma', negro di merda la... etc." sull'aria di canzoni folcloristiche locali tipo "La porti un bacione a Firenze". - Convincere con l'esempio pratico i giovani tifosi moderni che tutti i problemi del mondo sono causati da extracomunitari, ebrei, comunisti, fascisti, handicappati, senzatetto e omosessuali e che detti problemi sono risolvibili solo tramite l'utilizzo di simboli razzisti e la violenza negli stadi. - Promuovere la socialità tra i giovani con allegre scorribande notturne a caccia di senzatetto (meglio se contemporaneamente extracomunitari, omosessuali e gobbi) culminanti con balli e canti al fuoco di un falò (il senzatetto che sta bruciando vivo). - Creare amore ad attaccamento all'interno del nuovo gruppo formatosi picchiando a sangue in venticinque-ventisei contro uno il primo che osa mettere in dubbio le azioni del gruppo o fa la spia alla polizia. - Come atto finale, prendere il controllo, tramite pacifiche azioni vandaliche, delle associazioni che riuniscono i club di tifosi della squadra in questione gestire la curva come si deve.
Unità fra i tifosi della medesima squadra
Sostenere con
ardore la propria squadra del cuore è un dovere morale, sociale ed un
irreprimibile istinto naturale. Troppo spesso, bisogna riconoscerlo, i
tifosi della medesima squadra si divino in club e fazioni che si combattono
l'un l'altro. Per non perdersi in discussioni inutili, le
quali fanno solo male al rendimento dei giocatori, propongo una
soluzione alle tristi spaccature che spesso spaccano le falangi più
accalorate dei tifosi di una stessa compagine.
- In quanto da
veri tifosi odiamo le combine palazzo, quando verrà
assegnato un rigore inesistente a favore della nostra squadra, faremo
pressioni ideologiche, materiali e sociali sull’arbitro affinché
modifichi a titolo definitivo la sua decisione.
Proposta innovativa (mai realizzata prima nella storia del calcio mondiale) che potrebbe risolvere i problemi delle squadre dotate di classifica traballante
.
Il comportamento degli addetti ai lavori
Anche gli addetti ai lavori hanno il diritto di rifarsi sui tifosi nel caso essi non svolgano a modino il loro dovere
Eccovi, tramite
bun esempio concreto veramente accaduto, il modo in cui dovrebbero
comportarsi i veri addetti ai lavori che amano il loro lavoro con la
passione di un diciottenne innamorato d’una buzzicona, solo perché gliela
da. Per questo saggio ho ripreso un lancio dell’agenzia ANSIA di qualche
annetto addietro.
Spero che gli addetti ai lavori ne prendano nota.
Il futuro del calcio
Proposta decisiva che ci avvicinerà il mondo del pallone al modello di gestione calcisitco verso il quale sta inevitabilmente procedendo. Lo sappiamo benissimo: il progresso non si ferma. Possiamo tentare in tutti i modi possibili, ma è una lotta anacronistica e senza speranza. C’hanno provato gli indiani d’America con le loro freccettine spuntate ed i loro cavallini stanchi, ma sono stati inesorabilmente schiacciati dalla locomotiva del progresso. Ci stanno provando i noglobal, con le loro bombettine molotov e gli assalti ai McDonald’s (gastronomicamente molto più validi di quello che vorrebbero farci credere), ma lo schiacciasassi del mercato globalizzatore li sta inesorabilmente maciullando. Anche il calcio sta cambiando. Si tratta di un moto lento ma inesorabile, costante ed implacabile. Ogni due passi avanti può esserci una battuta d’arresto ed un piccolo passo indietro. Frange tifosarie possono tentare con il loro idealismo perdente ed allo stesso tempo patetico di frenarne la marcia, ma è certo che presto arriveremo al modello calcistico naturale. Esso è un modello vincente. Qualunque socio-futurologo avrebbe potuto prevederlo decenni addietro, ma questi socio-futurologi stavano tutti perdendo tempo a scrivere saggi sulle future catastrofi economiche, sociali ed ecologiche -sballando alla grande- invece di occuparsi di quello che conta veramente nella vita di tutti noi: il futuro del calcio. Finalmente sono arrivato io, ed ora vi farò partecipi di una proposta decisiva che ci avvicina al futuro. Il domani è qui, anche se io vorrei essere lì. Come sapete, il valzer delle panchine è un fenomeno comune, quasi voluto. Oramai è fatto raro che un allenatore rimanga con la stessa società per più di una stagione. Molti lungimiranti presidenti cambiano già due o tre allenatori a campionato. Lo stesso discorso può essere fatto per il mercato dei calciatori. Molti vestono più di una casacca nel corso della stessa stagione e lo fanno con garbo. Non sto parlando del fatto che essi (così almeno vogliamo sperare) si cambiano la maglia dopo ogni partita perché sudaticcia e sporca di fango, ma del fatto che a questo punto sono più i giocatori che passano da una squadra all’altra nel corso dello stesso campionato,di quelli che non lo fanno. Esemplare il caso del campionato 2003-4 della Fiorentina. L’intera squadra, tranne uno o due elementi, è stata rinnovata a campionato iniziato. Negli ultimi anni abbiamo anche potuto assistere al cosiddetto fenomeno dei presidenti usa e getta. Presidenti lungimiranti che per primi hanno saputo prevedere il futuro, i quali comprano, vendono e si scambiano squadre di calcio come fossero figurine Panini. Eccoci, dopo questa verbosa introduzione, al nocciolo della proposta. Il trend è ovvio. L’attaccamento agli stessi colori per tutta la vita non ha più senso. Non è moderno. Il rifrullio di presidenti, allenatori, giocatori e tifosi da una squadra all’altra è un chiaro fenomeno in espansione, e come tutti i chiari fenomeni in espansione (pensiamo all’espansione di popolarità della peretta da clistere in caucciù negli ultimi decenni) nessuno è in grado di arrestarlo. Meglio quandi assecondarlo. La mia proposta è questa: diciamo di avere un campionato a 18 squadre. Dovrà essere creato un gruppo di 18 presidenti, 18 allenatori e circa 500 giocatori. Ogni lunedì verranno estratti a sorte un presidente, un allenatore ed una ventina di giocatori per ogni società. Questi elementi rappresenteranno quella squadra per tutta la settimana, dalle partite di coppa infrasettimanali fino alla partita della domenica. Poi il lunedì seguente via di nuovo tutti i nomi nel calderone e si procederà ad un’altra estrazione casuale di un presidente, un allenatore ed una ventina di giocatori per ogni squadra. Sarà compito della professionalità degli estratti presentarsi ai tifosi della squadra (che per amor di chiarezza chiameremo X) per la quale giocheranno quella data settimana con dichiarazioni del tipo: “Ho sempre desiderato giocare per X”, “I tifosi di X sono i migliori che abbia mai visto.”, “Lo spogliatoio di X non è mai stato cosi’ unito”, ed aizzare polemiche la domenica sera qualora ce ne fosse l’occasione, in presenza di rigori non dati, fuorigiochi inesistenti ed espulsioni ingiuste con frasi del tipo: “Siamo in presenza di un complotto contro X” o “Gli arbitri danneggiano X da troppo tempo, il campionato è falsato. Mi rivolgerò alla giustizua ordinaria” e simili. Propongo poi, per giustizia divina, che ogni tifoso che si rispetti faccia lo stesso. Ogni lunedì mattina, il nuovo vero tifoso del futuro provvederà a mettere i nomi delle 18 squadre in un bussolotto ed a estrarre il nome della squadra per la quale farà il tifo per quella settimana. Sarà suo compito ben preciso acquistare ogni lunedì la maglia uffciale e tutti i ninnoli disponibili con il marchio di quella compagine, andare allo stadio per seguire la sua squadra del cuore settimanale, picchiarsi a sangue con i veri tifosi che hanno estratto per quella settimana il nome avversarie, distruggere cassonetti, fare il verso della scimmia ai giocatori avversari di colore, intavolare discussioni tecnico-tattiche accanite con gli altri tifosi che hanno estratto dal bussolotto per quella settimana il nome della medesima squadra e scrivere sui muri “Forza (squadra estratta)” e “(Squadra che gioca contro la squadra estratta) merda” facendo ben attenzione ad usare lo spray del colore appropriato. Dopo aver estratto a loro volta il nome della loro squadra della settimana, anche i politici, i dirigenti di federazione calcisitica e gli arbitri, dovranno favorire con i classici sotterfugi di sempre la compagine di loro spettanza loro per quei sette giorni. Per quel che riguarda i giornalisti, anch’essi dovranno estrarre a sorte la squadra da settimanale da seguire e dovranno, sul loro onore, impegnarsi a scrivere articoli polemici e partigiani nei confronti della squadra aloro toccata in sorte. Grazie a questa proposta geniale ed innovativa potremo accellerare il processo di mutazione naturale e raggiungere in breve e senza traumi lo stato ideale verso il quale procede il calcio moderno.
Credo, con questi pochi ma illuminati esempi, di avervi chiarito il concetto. Io ho dato il mio contributo alla costruzione di un calcio più bello e pulito. Signori, tocca a voi. Adesso esco e me ne torno a scrivere sui muri "Forza Viola" ed a bucare le gomme delle macchine targate MI, NA, JU, TO e GE, in quanto quasi sicuramente appartenenti a tifosi di squadre che mi stanno sui cosiddetti.
* * * * * Torna all'indice analoggico del libro * * * * * Materiale di altissimo livello letterario e pertanto coperto da Copiraitte (c). Se qualche lungimirante editore volesse mettere su carta cotanta opera, non ha che da scrivermi a: ilgrulloparlante@hotmail.com e se ne parla. |