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IL
CALCIO IN BOCCA
Tutto quello che dovete
sapere sul gioco più
bello del mondo
ma che nessuno ha mai
osato dirvi prima
di
Trapezio
Prepuzio
Capitolo V -
Intervista a Trapezio Prepuzio
Incontriamo l’autore del libro in un bar del centro. Indossa dei baffoni
finti, occhiali di plastica con nasone stile carnevale ed un impermeabile
sgualcito alla tenente Colombo. Non ama farsi riconoscere. Frotte di
ammiratori e creditori (più numerosi i secondi dei primi con rapporto 1:93)
lo seguono ogni dove. Ci sediamo ad un tavolino d’angolo. Prepuzio ordina
una tazza di latte e aceto e un tramezzino alla mortadella rancida. Mi fa cenno di
iniziare.
Domanda: Signor Prepuzio, perché ha scritto questo libro?
Prepuzio: I libri, in generale, hanno tre funzioni principali. A, riempire
gli scaffali vuoti; B, spargerli in giro per far bella figura facendo
credere alle donne che riuscite a portare a casa che siete degli
intellettuali ed infine C, ma trattasi di un evento raro e valido solo per
riviste pornazze, le quali non rientrano propriamente nella categoria dei
libri, leggerli. Esiste un assioma noto fra i topi di biblioteca che così
recita: più la donna sulla copertina è scollacciata, più bello è il libro.
Il mio libro, invece, è bello in quanto tale. Posso affermare con certezza
che il mio è l’unico tomo mai scritto nella storia dell’editoria mondiale
che, pur non rientrando in nessuna delle categorie da me precedentemente
elencate valga la pena leggere (almeno così pare al mio occhio critico ed
imparziale).
Domanda: La sua è un'analisi biblioficageniale. Mi ricordo benissimo il primo libro
che acquistai. Guerra e Pace di Tolstoi. Un massello di migliaia di pagine
con copertina in marmo del Vermont. Mai aperto. Ma perfetto per i punti A e
B della sua teoria. Un paio di gnocchette ci cascarono, ed inoltre si
integrava alla perfezione con l’arredamento. Invece mi ricordo la mia prima
lettura: Playboy. Lo conservo ancora e spesso quando vado in bagno lo rileggo. Ma andiamo avanti. Cosa consiglia a giovani autori desiderosi di
scrivere sul calcio?
Prepuzio: Cosa consigliare ad un novello Pirandello che si accinge a
scrivere di calcio? Molti aspirati autori si sono rivolti a me per consigli
su quest’argomento. La risposta è semplice: stronzate. Se da piccini
andavate ai campini a vedere gli allenamenti, mettetecelo. Se, o donne, vi
siete trombate un terzino o un centravanti della squadra dell'oratorio, scrivetecelo. Se una volta vi
s’è
rovesciato il bricco del
latte, fatelo passare come una premonizione del crack del Parma. In
pratica, fate come me. Rigurgitate frasi fatte e concetti rifritti come se
piovesse. L’importante è che riusciate a mettere insieme almeno una sessantina di
pagine di boiate. Poi, con la giusta dose di foto, figure, disegni, grafici
ed immagini, sarà semplice arrivare alle 80-100 pagine, necessarie per
giustificare l’esoso prezzo di copertina che imporrà l’editore.
Domanda: E invece cosa consiglia per pubblicizzare un nuovo libro sul calcio
fresco di stampa?
Prepuzio: Il modo migliore per pubblicizzare un libro sul calcio
è
quello di
essere un giornalista, un giocatore, un tifoso, un procuratore o un
massaggiatore famoso. Se invece siete solo un povero diavolo, la faccenda
diventa più complicata. Fate qualcosa che possa attirare l’attenzione.
Andate alla presentazione in mutande; scrivete delle fregnacce tali da non
poter passare inosservate; mettete delle foto di donne nude sulla copertina.
Domanda. Il suo libro è così bello che non potrà non vendere centinaia di
milioni di copie. Cosa farà con i soldi guadagnati?
Prepuzio: Ecco un elenco delle cose che farò con i soldi che guadagnerò
dalle vendite del mio libro sul calcio: comprerò una Panda usata, mi farò
una plastica facciale in modo che nessuno mi riconosca e mi bastoni quando
mi incontra per la strada, andrò a puttane otto volte al giorno per un paio
di mesi fin quando mi sarò consumato il pisello, prenderò lezioni
private di tombola, farò un sistemone al totocalcio e comprerò azioni della
Cirio e della Parmalat.
Domanda: Passando al contenuto del libro, ma lei che ne sa di sociologia?
Prepuzio: Una volta ho visto un sociologo in televisione. Raccontava un
sacco di assurdità. Mia moglie mi ha detto: -Questo spara delle cazzate più
grosse delle tue.- Per me è stata una sfida. Ho semplicemente voluto
dimostrare al mondo che non sono solo i sociologi e gli psicologi ad avere
il monopolio della puttanata. Credo di averlo fatto a modino.
Senza preavviso, così come era arrivato, Prepuzio ingurgitò l’ultimo boccone
di mortadella, sparò uno dei rutti per cui era noto fra i sociologi e si
dileguò nella notte.
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Materiale di altissimo
livello letterario e pertanto coperto da Copiraitte (c). Se qualche
lungimirante editore volesse mettere su carta cotanta opera, non ha che da
scrivermi a:
ilgrulloparlante@hotmail.com e se ne parla. |
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