IL GRULLO PARLANTE

Lettera aperta di Sivlio Berlusconi. Riceviamo e volentieri pubblichiamo.

 


Con questa mia, desidero denunciare il grande conflitto d’interessi che annega la libera concorrenza in Italia. Da imprenditore, cabarettista, politico d’eccezione, uomo di lettere, musicista, finanziere, nano,  tuttologo, esperto di botanica, liberale, liberista, banchiere, assicuratore, pubblicitario, esperto di calcio senza pari, tattico,  gastronomo, enologo, atleta, pelato, divorziato, padre, madre, figlio, nipote, suocero, marito, amico fraterno, glottologo e comico non posso che rattristarmi alla grave anomalia italiana che impedisce lo sviluppo di un vero libero mercato in cui possa trovar riscontro il vero liberismo di noi moderati. Mi riferisco alla gravissima situazione in cui si e’ venuto a trovare il mondo della calzatura da quando il signor Della Valle Diego (che d’ora innanzi, per brevita’, chiamero’ DVD) e’ divenuto proprietario della squadra di calcio Florentia Viola, ora Fiorentina. Per ben spiegare il succo della questione, sono forzato a fare un breve ripasso di economia per i lettori ignoranti (da ignorare) o per quelli che hanno come modello economico di riferimento quello della Corea del Nord. Vi sono due tipi di beni di consumo. I beni cosiddetti necessari, tipo il cerone per la faccia che serve a far apparire le persone piu’ giovani in televisione o la villa in Sardegna. Ed i cosiddetti beni di lusso, ad esempio la settima Rolls Royce o un parco privato personale superiore ai 3.000.000 di ettari. La differenza frai due tipi di beni e’ che, dei beni necessari non possiamo assolutamente fare a meno, mentre senza i beni del secondo tipo e’ possibile vivere, anche se con qualche inconveniente. I beni necessari devono quindi essere acquistati per forza, ed e’ per questo possibile esercitare una pressione psicologica o mafiosa sul consumatore per indirizzarli verso una certa marca. Al contrario, e’ impossibile forzare qualcuno a comprare un bene del secondo tipo, essendo essi non strettamente necessari alla sussistenza. Fra i beni del primo tipo, ci insegnano gli economisti, troviamo le scarpe. E’ qui che spunta la gravissima ingiustizia che uccide il libero mercato calzaturiero in Italia. Dal momento dell’acquisto della Fiorentina da parte di DVD, egli ha assunto un potere di monopolio sui piedi dei calciatori ed impiegati della squadra. Dall’alto della sua posizione di quello che sgancia il quattrino per pagare i dipendenti, egli esercita una pressione psicologica indiretta ma potentissima, volta a far si’ che i suoi collaboratori (cosi’ io amo chiamare i dipendenti, tanto per prenderli amichevolmente in giro) acquistino solo scarpe prodotte da DVD. Per paura di ritrovarsi licenziati, e quindi privati del loro libero arbitrio, tutti i “collaboratori” (non riesco a dirlo senza ridere) del marchigiano si gettano avidamente a sperperare i loro stipendi nei negozi Tod’s, creando una situazione di monopolio e facendo paurosamente vacillare il libero mercato calzaturiero. Quest’ingiustizia totale, degna solo d’un paese comunista, deve finire. Domani stesso proporro’ un Decreto Legge per vietare ai dipendenti di proprietari di calzaturifici che posseggono una societa’ di calcio e, per la proprieta’ commutativa, a tutti i tifosi della squadra di calcio posseduta dal calzolaio in questione, le loro famiglie, i loro amici, i tifosi delle squadre gemellate e gli italiani in genere di acquistare scarpe prodotte dal loro capo. Posso a questo punto dire d’aver pienamente rispettato il contratto con gli italiani.

Baci e abbracci,

Silvio Berlusconi

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