Incontro il mio informatore
segreto al bar Giglio Rosso di via Rondinella. Conosco bene il posto. Lui
ordina un chinotto on-the-rocks ed io un bicchiere di latte condensato. -Attenti
a non alzare troppo il gomito.-, tenta di ironizzare il barista. -Ma vai
in mona, pistola.- lo zittisce il mio interlocutore. Non è fiorentino e
non è in vena di scherzi; si capisce subito. È nervosissimo. Ha paura
che qualcuno si accorga di quello che sta facendo. Sa di rischiare grosso,
ma vuole che la verita' venga a galla. Ci sediamo al tavolo d'angolo.
-Signor Prepuzio,- inizia, -solo di lei mi posso fidare. Devo togliermi
questo peso dalla coscienza. Non ce la faccio più; non dormo più, non
mangio più, non trombo più (non che prima, vero…). Sono una larva
umana. Da quando ho messo mano a quel documento segreto sono assalito
dagli incubi e dai rimorsi.-
Il signor X è un distinto signorotto sulla cinquantina, una testa a
pinolo tendente al calvo. Indossa un completo a strisce oblique, liso dal
troppo uso. Da anni è uno dei più stretti collaboratori di Diego Della
Valle. Possiamo dire che è la mente dell'affare Fiorentina, il
burattinaio che manovra i fili delle operazioni finanziarie di Mr. Tod's,
e gode della sua completa fiducia. Ma è anche un uomo di fermi principi
morali. Prima di divenire un maestro dello sciacallaggio finanziario ed un
esperto di spionaggio industriale era stato frate francescano per oltre
dieci anni. Poi la corruzione dei sensi gli ha fatto smettere i panni
dell'uomo di chiesa e gli ha fatto intraprendere la strada dell'arrivista
senza scrupoli.
-Diego non è quello che sembra.- riprende il signor X, -Non ama e non ha
mai amato la Fiorentina. In realta' non è nemmeno interista. Ha un solo
dio: il calzaturificio. Ha un solo sogno: vendere scarpe. Ha un solo
pensiero: il cuoio delle suole. Ha una sola passione: le tomaie. Ha un
solo amore: le stringhe. Ha una sola idea in testa: che ogni piedone della
terra calzi un paio di Tod's. Per lui il cuoio usato per i palloni è uno
spreco inutile. Niente altro che un paio di mocassini andati perduti. Ma
è anche un imprenditore astutissimo. Sa che il calcio è un veicolo
pubblicitario senza pari, ed ha idee chiare su come utilizzarlo per i suoi
fini.-
-Mister X,- provo ad interromperlo, -veniamo al punto; al progetto di DVD
sulla Fiorentina.-
-Bene. Le diro' tutto. Diego ha un progetto ben preciso. Io lo so bene,
perche' l'abbiamo studiato insieme. Non appena conquistera' l'amore e la
fiducia dei tifosi chiedera' a loro ed al comune di Firenze il sommo atto
d'amore. Il cambiamento del nome da Fiorentina in FIORENTOD. Ecco perche'
per lui era cosi' importante la riacquisizione del marchio. Ma la
richiesta non cadra' improvvisa come un fulmine a ciel sereno. Iniziera'
con una calibrata campagna mediatica. Alcuni tifosi prezzolati inizieranno
ad insinuare l'idea che, musicalmente parlando, il nome Fiorentina non
suona bene nei cori. Che c'è una sillaba di troppo. Che andrebbe
accorciato e che Fiorentod sarebbe l'ideale. I grandi maestri della
comunicazione di massa insegnano che qualunque fetecchia, se ripetuta
abbastanza, diventa verita'. Soprattutto se a ripeterla sono capi tifosi e
giornalisti dal carisma indiscusso. Il sindaco non è un problema. Basta
promettergli la rielezione e sara' pronto ad accettare qualunque
imposizione.-
-Ma che succederebbe se l'opposizione al cambiamento fosse troppo forte? I
tifosi viola non sono cosi' tonti.-
-In quel caso sarebbe pronto il piano B. Diego, con un'astuta mossa di
marketing, grazie a sondaggi modificati ad arte, fara' risultare il bacino
d'utenza del Todi, la cittadina in provincia di Perugia, maggiore di
quello della Fiorentina. Trasferira' la squadra, baracca e burattini nella
ridente cittadina e ne cambiera' il nome in TOD. Il sindaco e la tifoseria
sono gia' stati contattati e sono pronti a ricevere a braccia aperte il
marchigiano. Sarebbe il primo caso al mondo di completa simbiosi fra citta'
e presidente. Messi alle strette, i tifosi fiorentini saranno costretti ad
accettare.-
Il latte mi va di traverso. Balbetto alcune parole di ringraziamento al
mio interlocutore sputacchiando gocce bianche sulla sua giacca. Mi alzo
sconvolto e torno a casa. -Fiorentod, ale'-ale', Fiorentod, ale'-ale'-,
canticchio a bassa voce. Certo che, in effetti, suona proprio bene.
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Abatantuono, d'esser brevi e circoncisi. Siccome si fa tutto a gratisse, i
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