IL GRULLO PARLANTE

Firenze si racconta:

Alla ricerca delle vere tradizioni fiorentine

 

 

Gettare le cartacce ed i rifiuti per terra e nei boschi

Le cartacce ed i rifiuti buttati per strada e gli elettrodomestici abbandonati a notte fonda sui prati e nei boschi circostanti.
Iniziamo con orgoglio questa nuova rubrica del Grullo Parlante parlando di una tradizione fiorentina che dura da secoli, se non da millenni. I fiorentini sono eccezionali. Sanno riconoscere la differenza fra tradizioni buone, da salvaguardare immutate con affetto ed orgoglio e quelle che, per svariati motivi, possono e debono essere modificate, come l'introduzione di grilli finti alla Festa del Grillo. Per rendersi conto di quanto ancora certi usi siano radicati con forza ed orgoglio nel DNA del fiorentino (sia esso d'antica stirpe che di recente arrivo), basta fare un breve giro per le strade della nostra bella città o una piccola escursione verso Vincigliata. Anche il viaggiatore più distratto non può far altro che notare quanto i fiorentini siano attaccati e non riescano a rinunciare ad una delle tradizioni piu' antiche ed amate: le cartacce ed i rifiuti buttati per strada e gli elettrodomestici abbandonati a notte fonda sui prati e nei boschi circostanti.
Pare che già gli etruschi in quel di Fiesole e successivamente i romani, nell'intreccio di cardi e decumani della neonata Florentia, usassero tale pratica. Ma è nel medioevo, al tempo di Dante, che tale uso assume l'importanza che riveste ancor oggi. Nobili e popolani, tra cui citiamo i Bardi, i Portinari ed i Peruzzi, tutti avevano l'abitudine di gettare qualunque cosa non servisse più nel bel mezzo della via. Fogli di cartapecora Kleenex o Scottex usati gettati dal calesse e rifiuti vari facevano, ieri come oggi, la loro bella figura sui selciati. Vecchie stufe a legna, pitali bucati, cassepanche sfasciate e molto altro, invece, punteggiavano con vero orgoglio fiorentino i viottoli fuoriporta.
A dimostrazione di quanto, per fortuna, queste gioise tradizioni siano dure a morire, basta far notare come esse permangano in misura tutt'ora notevole nonostante l'introduzione, oramai da svariati decenni (se non di più) di cestini per le strade e l'avvento dell'ASNU (poi Fiorentinambiente, ora Quadrifoglio). Viva la tradizione e bravi fiorentini, continuiamo cosi'.

 

Non fermersi alle strisce per far attraversare i pedoni

Si racconta che gli etruschi trottassero con le loro bighe nelle strette viuzze di Fiesole a velocità spaziali terrorizzando i poveri pedoni. Lo stesso avveniva per i cardi ed i decumani della Florentia romana. I carretti ed i cavalli di nobili e popolani scorrazzavano di gran carriera nella Fiorenza medievale e rinascimentale, e spesso i poveri pedoni, soprattutto gli anziani, dovevano aspettare nel fango frammisto agli escrementi anche per ore intere prima di poter attraversare i vicoli, le strade maestre o le piazze della nostra bella città. Fortunatamente i fiorentini amano e coltivano con amore le loro tradizioni e l'avvento di strisce pedonali, automobili e motorini non ha modificato la situazione. Vecchietti, signore anziane, portatori di handicap e bambini ancora tremano all'idea di dover attraversare strade e viali sulle strisce, tanto l'amore per le caratteristiche usanze plurisecolari è radicato nel fiorentino verace.



Trapezio Prepuzio

 

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