Decalogo
di comportamento per un presidente di società calcistica che aspira ad un
calcio pulito. E sono in molti.
- Lavare le casacche sporche dei calciatori (inclusi calzini e mutande)
dopo ogni partita e/o allenamento.
- Farsi e far fare a tutti i dipendenti della società almeno una doccia
ogni due giorni.
- Saltare una o più categorie (ad esempio, se si è in prima categoria,
farsi promuovere direttamente in Interregionale, o, se possibile, in C2)
per meriti sportivi, e saper accettare con signorilità ed aria di
superiorità il regalo, senza sporcarsi le mani.
- Pulirsi bene le scarpe prima di entrare in casa di Carraro.
- Lavare a modino col mocio il sangue versato in colluttazioni varie fra
tifosi.
- Non licenziare un allenatore nemmeno dopo sedici risultati negativi
consecutivi, una classifica da paura e diciannove mesi di gioco
inesistente fintantoché esso insiste a farsi il bagno con continuità.
- Costruire un bel centro sportivo di almeno 700 ettari (ben pulito, con
olivi piantati ben diritti in fila e col frantoio che profuma di lavanda).
- Invece di licenziare il DS che è riuscito solo a portare scarponi dai
piedi di piombo, ingaggiare con compenso faraonico un DG, con lo scopo di
acquistare altri venti-venticinque scarponi dall'igiene personale
immacolata.
- Portare spesso l'elicottero all'autolavaggio.
- Pulire bene il pallone dopo averlo fatto rotolare nel fango.
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