“Un
uomo senza passioni vive solo di prosciutto crudo”
G. W. F. Hegel
(“Die soziale Wirkung von Fussbal Leidenschaft und die Idee
komplizierter Gesellschaften”, Bremen 1825)
Perche’ il calcio suscita tutta questa passione?
Analisi sociologica delle radici della passione calcistica.
Una delle tecniche d’indagine sociologiche più efficaci è
l’induzione attiva con detrazione monomirata: essa consiste nel valutare
l’importanza di un dato elemento in un qualsivoglia contesto,
ricostruendo lo sviluppo dell’ambiente sociale studiato, privato
dell’elemento su cui viene effettuato lo studio. Le differenze culturali,
sociali ed ambientali che ne derivano vengono poi valutate in base ad una
scala di valori morali scelta ad hoc. La scientificita’ del risultato è
valutabile con un semplice modello statistico di riferimento.
L’analisi viene svolta in quattro parti: I. valutazione della situazione
attuale; II. analisi dello sviluppo sociale in assenza dell’elemento
oggetto di studio; III. comparazione delle due situazioni e valutazione
dei risultati; IV. Conclusioni.
I. Valutazione. L’italiano medio (Fonte ISTAT 1999 “L’italiano
medio”) divide la sua giornata fra: a. riposarsi e cibarsi, vale a dire
l’autorigenerazione fisica; b. guardare o pensare alle donnine (o omini,
se il caso) nude, o attivita’ ormoniche.; c. attivita’ ricreative,
come guardare la TV o leggere i fumetti; d. azione politica e sociale; e.
lavoro o studio, le cosiddette attivita’ produttive.
Se il tempo dedicato all’autorigenerazione fisica (a.), quello dedicato
alle attivita’ ricreative (c.) e quello dedicato a guardare e/o pensare
a donnine nude (b.) è rimasto costante (4 ore e 20 minuti al giorno per
b. – con Internet che ha soppiantato “Le Ore’ o i fumetti stile
“Il tromba”), se ne deduce che l’impegno politico (d.) -scazzottate
fra fascisti e comunisti, manifestazioni contro la NATO, partite a calcino
al circolo ARCI, ha ceduto il passo, lentamente ma inesorabilmente, alla
divelzione di seggiolini allo stadio, creazione di striscioni offensivi
contro tifoserie opposte, fabbricazione di bombe carta e visite notturne a
casa di allenatori perdenti o giocatori scarponi.
Inoltre, secondo un’indagine condotta dal professor Kruntz, l’italiano
medio passa il 9.3% del suo tempo (o 135 minuti al giorno) pensando,
parlando o sognando di calcio. Nel 1931 era circa la meta’. Nel 1998 ha
pronunciato la parola “Batigol” almeno 43 volte al giorno, ben più
dei termini “etererogeno” (0,01 volte al giorno); “semantico”
(0,0002); “grullo” (5), ma meno di “Juve merda” (45) e “piove,
governo ladro” (65 nei giorni di pioggia, 0,3 nei giorni di tempo
soleggiato).
Il calcio, quindi, ha eroso il tempo dedicato allo studio e al lavoro
(e.), ed è una delle cause principali del calo di produttivita’
registrato nei settori pubblici e privati negli ultimi tre decenni.
II. Analisi. Se il calcio non fosse mai esistito, supponendo che le altre
variabili rimangano costanti, i seguenti fatti sarebbero avvenuti: il
tempo che adesso un italiano passa pensando alle incornate di Rigagol
sarebbe passato studiando o lavorando e vivremmo in una societa’ più
efficiente. La percentuale di laureati sul totale della popolazione
sarebbe del 9% anziche’ del 6,3% com’è adesso. Il cittadino medio
userebbe un vocabolario più’ ampio di almeno 64 parole, tra cui
“lenocinio” al posto di “centromediano-metodista”. La passione
politica sarebbe rimasta costante e la violenza verrebbe sfogata contro le
sedi della banca Mondiale anziche’ con il lancio di motorini dagli
spalti.
III. Comparazione. Prendendo come mezzo di paragone la scala morale
universalmente accettata dei dieci comandamenti, se ne deduce che la
passione calcistica è stata la causa principale della caduta di valori
del mondo moderno. Forniamo un elenco, forzatamente parziale, delle
conseguenze dell’invenzione del football; 1. il calo di pressione
politica che ha portato alla nascita del regime nazista (evidente la
conseguenza temporale fra la disputa del primo campionato del mondo e
l’ascesa al potere di Hitler). 2. il sottosviluppo dei paesi del terzo
mondo (ove il calcio è lo sport principale, causa del calo di
produttivita’ e del PIL ivi riscontrato). 3. Il basso livello di cultura
generale, in continuo calo, e la fuga di cervelli all’estero che
colpisce l’Italia.
IV. Conclusioni: Non è ben chiaro il motivo per cui la passione per
un’attivita’ nella quale 22+1 persona corrono in mutande dietro ad una
sfera cucita a mano da schiavi-bambini pachistani, dai palesi effetti
negativi, continui ad contagiare sempre più persone, me compreso. Ma in
fondo: chi se ne frega?
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